Gambara

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Gambara
comune
Gambara – Stemma
Gambara – Bandiera
Gambara – Veduta
Gambara – Veduta
La Via Garibaldi a Gambara
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoTiziana Panigara (centro-destra) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate45°15′22.32″N 10°17′40.2″E / 45.2562°N 10.2945°E45.2562; 10.2945 (Gambara)
Altitudine51 m s.l.m.
Superficie31,59 km²
Abitanti4 551[1] (30-11-2023)
Densità144,06 ab./km²
FrazioniCorvione
Comuni confinantiAsola (MN), Fiesse, Gottolengo, Isorella, Ostiano (CR), Pralboino, Remedello, Volongo (CR)
Altre informazioni
Cod. postale25020
Prefisso030
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017073
Cod. catastaleD891
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 348 GG[3]
Nome abitantiGambaresi
PatronoSanti Pietro e Paolo, San Gottardo
Giorno festivo4 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Gambara
Gambara
Gambara – Mappa
Gambara – Mappa
Posizione del comune di Gambara nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Gambara (Gàmbara in dialetto bresciano[4]) è un comune italiano di 4 551 abitanti[1] della provincia di Brescia in Lombardia.

Il territorio comunale confina con Gottolengo e Fiesse, anch'essi appartenenti alla provincia di Brescia, e con Ostiano e Volongo, appartenenti alla provincia di Cremona. Gambara è un centro agricolo con diverse fabbriche.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il suo territorio è delimitato dai fiumi Mella e Chiese, tributari del vicino fiume Oglio. Il paese sorge inoltre sul lato destro del fiume Gambara.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le lande della Bassa Bresciana sono inquadrabili in età storica come zona di occupazione dei Cenomani. La cultura di questo popolo nasce dalla mescolanza di guerrieri, provenienti dall'Europa centro-orientale che si vanno a sovrapporre a gruppi indoeuropei dalla tarda età del Bronzo. Da quest'ultima evoluzione, all'inizio della tarda età del Ferro (XI a.C.), nasce appunto la cultura di Hallstatt nell'Europa centrale alla quale farà seguito nella seconda età del Ferro (VI-I a.C.) la cultura di La Tène della quale faranno parte i Celti.

Il territorio di Gambara fu intensamente abitato fin dall'epoca romana, come testimoniano numerosi ritrovamenti archeologici.

Nel X secolo le terre di Gambara appartenevano all'abbazia che aveva sede nel vicino comune di Leno, i monaci benedettini della Badia ne bonificarono le terre ricoperte da fitte paludi, rendendo coltivabili le zone attorno al paese. Nel 1154 il paese venne ceduto al vescovato di Brescia. Più tardi, attorno al 1240 transitò qui l'imperatore Federico II, diretto contro la vicina città di Cremona, dalla quale Gambara dista 25 chilometri.

Poi, il comune passò sotto il controllo dei nobili Gambara e divenne teatro di combattimenti e di conquiste, come avvenne nel 1516, periodo nel quale si scontrarono veneziani e francesi contro Massimiliano d'Asburgo. Entrata a far parte dei possessi della repubblica di Venezia insieme a tutto il Bresciano, Gambara divenne sede di vicariato.

Terminata la Seconda guerra mondiale, ai vecchi mestieri tradizionalmente agricoli iniziarono ad affiancarsi attività industriali.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

«Partito; nel primo d'argento, ai tre gamberi di rosso, posti 1 e 2, il primo più grande, alla campagna d'azzurro; nel secondo d'argento, al leone di rosso, al capo d'azzurro. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma, privo di concessione ufficiale, è liberamente adottato e usato dal Comune.

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa Madonna della Neve
  • L'imponente chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Pietro e Paolo fu costruita nel 1595. Segue lo stile barocco: è composta da una facciata a due ordini, ornati da lesene di particolare pregio; ai lati della finestra e del portale si trovano due nicchie che custodiscono al loro interno due dipinti di grande valore.

All'interno, nel catino dell'abside, un affresco raffigurante "Cristo Re con angeli" e, nel soffitto del presbiterio, un tondo raffigurante "San Pietro che riceve le chiavi" , opera del 1933 di Guido Antonio Margoni di Asola, che, con i fratelli Enrico e Renzo costituì una delle ultime compagini di pittori "frescanti" in Lombardia.

  • Un'altra piccola meraviglia gambarese è la chiesa della Madonna della Neve, edificio fondato nel 1504, conserva al suo interno varie opere d'arte. Nel corso degli anni ‘90, il pittore gambarese Franco Salami ha realizzato i stupendi affreschi osservabili sulla facciata frontale della Chiesa. Altri edifici di un certo rilievo sono la chiesa del Suffragio, e il Castello, situato accanto alla chiesa della Madonna della Neve, le cui origini risalgono al XIV-XV secolo. Noto è pure Palazzo Mazzarani, costruito nel XVI secolo dall'omonima famiglia, un tempo stirpe di facoltosi commercianti e in seguito spostatasi nel milanese.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[5]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio di Gambara, accanto all'italiano, è parlato il dialetto bresciano appartenente al gruppo orientale dei dialetti lombardi.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

  • 17 gennaio: Falò di San Antonio.
  • 1ª domenica di primavera: Fiera di San Giuseppe.
  • 4 maggio: Festa patronale di San Gottardo.
  • 5 agosto: Madonna della neve.
  • 8 dicembre : Festa di santa Lucia

Corvione[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio è presente un'unica frazione, Corvione[6], oltre a diversi cascinali.

Corvione, porta di ingresso

La frazione di Corvione, è divenuta famosa per l'arco tardo settecentesco e per l'aristocratico palazzo della famiglia Gambara, sempre dello stesso stile architettonico.

L'antica origine di Corvione è testimoniata e legata al ritrovamento di una lapide, dietro la quale è stata costruita un'antica leggenda, secondo la quale alcuni sacerdoti romani avrebbero seppellito, al disotto di un tempio, un tesoro, costituito da una capra d'oro e da molte monete. Il tesoro non è mai stato trovato, ma oggi la capra d'oro così come l'arco settecentesco, sono ormai divenuti il simbolo di Corvione.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 aprile 1995 14 giugno 2004 Emma Barozzi lista civica (PPI poi L'Ulivo) Sindaco
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Roberto Arturi lista civica (UDC) Sindaco
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Tiziana Panigara Il Popolo della Libertà-Lega Nord Sindaco
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Ferdinando Lorenzetti lista civica (PD)[7] Sindaco
27 maggio 2019 2 agosto 2020 Franco Stringhini lista civica (FI) Sindaco [8]
2 agosto 2020 4 ottobre 2021 Simone Gibellini lista civica (FI) Vicesindaco f.f.
4 ottobre 2021 in carica Tiziana Panigara Forza Italia-Lega-Fratelli d'Italia Sindaco

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Fra il 1914 e il 1932 Gambara rappresentò il capolinea orientale dell'omonima diramazione della tranvia Brescia-Ostiano[9].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Toponimi in dialetto bresciano
  5. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  6. ^ Statuto comunale di Gambara (PDF), su incomune.interno.it. URL consultato il 16 febbraio 2011.
  7. ^ Partito Democratico - Sezione di Gambara
  8. ^ Deceduto in carica.
  9. ^ Claudio Mafrici, I binari promiscui - Nascita e sviluppo del sistema tramviario extraurbano in provincia di Brescia (1875-1930), in Quaderni di sintesi, vol. 51, novembre 1997.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gabriele Archetti e Angelo Baronio (a cura di), La corte del mito, Gambara, Fondazione Civiltà Bresciana, 2009, ISBN 978-88-559-0012-6.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN158467230 · WorldCat Identities (ENlccn-n2002024006
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